Si parla e scrive spesso dell’importanza di una corretta comunicazione, anche in ambito medico ed odontoiatrico. Personalmente, sono convinto che una comunicazione efficace sia fondamentale per l’ottima riuscita di qualsiasi intervento terapeutico. Ritengo anzi che questo discorso possa riallacciarsi, ancor prima, “a monte”, al rapporto di empatia che deve instaurarsi tra medico e paziente, fin dall’inizio.
L’ascolto, l’accoglimento, l’entrare in sintonia col paziente: concetti fondamentali su cui io e tutto il mio team ci concentriamo sempre e da sempre, per i quali lavoriamo ogni giorno con impegno. Perché, in mancanza di queste basi, non si può sperare in un buon esito del trattamento.

Empatia significa riuscire a “mettersi nei panni del paziente”, condividere i suoi timori, le sue aspettative, tutte le sue sensazioni: è fondamentale, per dargli risposte concrete che possano rassicurarlo, farlo sentire a suo agio

Empatia significa appunto riuscire a “mettersi nei panni del paziente”, condividere i suoi timori, le sue aspettative, tutte le sue sensazioni: è fondamentale, per riuscire a dargli risposte concrete che possano rassicurarlo, farlo sentire  a suo agio, fargli sentire che sì, può affidarsi a noi in tutta serenità.
La prima visita in fondo rappresenta un momento delicato e importante proprio per questo, perché deve
far “scattare” un ascolto attivo, attento alle emozioni del paziente: anche per individuare eventuali zone di disagio, indagarle con tatto e, magari con una semplice domanda in più, spostare la sua attenzione verso sensazioni più piacevoli e aiutarlo a ritrovare una posizione di benessere. Soltanto con questi presupposti può crearsi quel dialogo, quello scambio costruttivo di informazioni, dubbi, perplessità, rassicurazioni, tra medico e paziente: il tutto, per l’appunto, all’insegna della chiarezza, della trasparenza, della correttezza.

Umiltà, voglia di capire, di mettersi sullo stesso piano del paziente, di provare assieme a lui le stesse paure, gli stessi desideri: è su questo che vogliamo e dobbiamo lavorare, impegnarci, e non mi stanco mai di ripeterlo al mio team. Soltanto così possiamo far sentire a suo agio la persona che ci sta davanti, consentendole di aprirsi, di esprimere ciò che sente, emozioni positive o meno, permettendole di chiedere, di ripetere domande e dubbi per avere la massima chiarezza, com’è giusto che sia.
Uno scambio proficuo, alla base di quel rapporto di fiducia che deve necessariamente crearsi, prima di intraprendere qualsiasi tipo di intervento, di trattamento. Soltanto così l’obiettivo finale – che sempre e comunque è il benessere, uno “star meglio, star bene” declinato in mille sfaccettature – può davvero essere comune, può essere perseguito assieme. E, allora, sicuramente raggiunto.

Ezio Costa

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