Buongiorno Elena, ci racconti il tuo percorso professionale?

Il mio percorso ha inizio nel 1991 in un piccolo studio monoprofessionale di paese. Ero molto giovane, con tanta voglia di imparare e di conoscere nuove realtà: decisi di chiamare uno studio a cui volevo propormi nonostante in quel momento non stesse cercando personale, mi suggerirono di chiamarne un altro che cercava un’assistente dentale. Chiamai e successivamente mi presentai al colloquio, era lo studio associato Prof. Gotte-Muraro-Vignoletti: dopo un’esperienza in questa realtà, ho avuto altre collaborazioni, ma fu quella con il Dott. Mario Allegri che mi diede la spinta propulsiva a rimettermi sui libri per poter accedere al concorso di Igienista dentale. Così frequentai un anno il corso ad accesso libero di Biotecnologie e nel 2009 riuscii ad accedere al corso di laurea di Igiene.

Nel 2015 ho seguito il master per le “Gengiviti non indotte da placca” al termine del quale ho ricevuto la proposta di parlare ad un congresso Europeo organizzato dall’associazione EAOM. La mia era una tesi insolita che fu bocciata ben 4 volte… ma ero determinata a presentarla, anche perché si trattava di un argomento non trattato né nelle linee guida né durante il corso di laurea. Ho poi lavorato in diversi studi sul territorio di Verona e provincia: il mio osservatorio è così vario che se dovessi tracciare su una carta geografica la collocazione degli ambulatori che ho frequentato… potrei disegnare la rosa dei venti! Questa esperienza così ampia mi è servita molto sia per il tessuto sociale di pazienti, sia per la diversità dei professionisti con cui ho collaborato. Ho frequentato numerosi corsi, in ultimo uno di Bioenergetica e meridiani presso l’Università di Novara.

Parlaci dell’importanza dell’igiene orale e della prevenzione, concetto su cui non si insiste mai abbastanza…

L’igiene orale e la prevenzione sono interventi che mette in atto l’Igienista dentale con l’obiettivo di allontanare i fattori di rischio e di mantenere le persone in salute. La vita di una persona, fin dalla tenera età, è impegnata tra scuola, lavoro, sport, passioni, relazioni, obiettivi personali e professionali… tutti aspetti importanti e imprescindibili da una buona salute; ecco perchè la salute va tutelata, preservata al massimo.

Per questo, ritengo il mio ruolo molto importante: quando tratto un bambino penso che, se rimane indenne da carie, potrà spendere meno in tempo, soldi ed energie in sedute odontoiatriche… Insomma, è sempre valido l’antico detto “prevenire è meglio che curare”! L’igiene orale professionale è una terapia programmabile, non dolorosa, per tutte le età, con notevoli benefici, immediatamente apprezzabili.

La prevenzione per me è da sempre un punto fondamentale, tanto che lungo il mio percorso professionale ho contribuito a creare e realizzare un progetto dedicato, che punta sulla prevenzione educazionale, ma anche sulla riduzione dell’impatto delle cure sul sistema biologico, sull’abbattimento dei costi e sul “cambio generazionale”: cioè favorire il desiderio che i figli non debbano affrontare cure pesanti come può essere successo ai genitori.

La motivazione va “cucita su misura” del benessere di ogni singola persona, in base alle sue caratteristiche e aspettative: solo così può risultare un fattore decisivo in ottica di prevenzione

Come descriveresti la “tua” idea di igiene?

La mia idea di igiene non rimane “confinata” in quello che sto facendo in questo momento: me la immagino affinata, evoluta grazie a nuove tecnologie, in modo da poter offrire una rosa di prestazioni che possa contraddistinguere ancora di più la mia figura professionale. La mia idea sta quindi in tutti quei “valori aggiunti”, che possano rendermi sempre più professionale e più performante.

Cosa differenzia maggiormente l’igiene domiciliare da quella professionale?

L’igiene professionale è indispensabile. Certo, oggi siamo tutti dotati di spazzolini elettrici, sonici e accessori multifunzioni (app comprese), ma nonostante questo pochissimi pazienti sono in grado di coinvolgere, nella pulizia quotidiana, davvero tutti gli elementi dentali. Quindi nonostante la massima cura a casa, placca e tartaro, in alcuni spazi, possono rimanere “indisturbati”… ecco perché il consiglio è quello di sottoporsi almeno a due sedute l’anno di igiene professionale.

Veniamo allora ad alcuni consigli pratici per l’igiene di tutti i giorni…

Io personalmente consiglio un buon spazzolino elettrico con testina soft, un filo interdentale in microfibra, un dentifricio naturale in forma di gel: tutto questo in linea generale. Infatti oggi ci sono a disposizione moltissimi ausili, che però vanno sempre valutati e scelti in funzione delle specifiche caratteristiche ed esigenze di ogni singola persona. Ecco perché, a ciascun paziente, dò poi precise dritte “ad hoc”.

L’igiene professionale è una terapia programmabile, non dolorosa, per tutte le età, con grandi benefici, immediatamente apprezzabili…

E per i bambini? Quali consigli per mamme e papà?

Questi sono i consigli che dò generalmente (sempre tenendo presente che ogni paziente ha poi esigenze personali): dopo ogni pasto o spuntino, aspettare mezz’oretta e poi lavare i denti; usare uno spazzolino elettrico con testina morbida, che ha un’azione soft, perfetta per i denti che stanno per cadere o in caso di apparecchi ortodontici. Utilizzare una piccola quantità di dentifricio (tipo… una lenticchia!): il più adatto? L’ideale è alternarne, a periodi, uno a base di fluoro e uno a base di calcio. Ogni dente va spazzolato per 3-4 secondi su ogni superficie (interna, esterna e masticante) e infine, per controllare se sono davvero puliti, si possono usare le pastiglie rivelatrici di placca, da sciogliere in bocca per poi guardarsi allo specchio: i punti più colorati sono quelli dove bisogna pulire ancora… può essere un gioco che insegna ai bambini a migliorare l’efficacia dell’igiene!

Chirurgia conservativa

E per quanto riguarda lo sbiancamento?

Lo sbiancamento è un trattamento che mira a migliorare l’estetica dentale, rientrato ormai pienamente nella pratica clinica che volge a portare il paziente in salute: perché la salute è benessere fisico, ma anche psichico e sociale… e il paziente che desidera lo sbiancamento, vuole stare bene con sé stesso/a e con gli altri. Confido che in futuro ci possa essere un meccanismo d’azione chimico rinnovato, con vantaggi superiori rispetto a quelli attuali.

Quanto conta l’aspetto motivazionale, in chiave prevenzione?

Definirei la motivazione come “un anello del processo di relazione che conduce l’igienista dentale durante le diverse fasi di lavoro”. La motivazione è una procedura che mira a cogliere bisogni e desideri della persona e si esplica attraverso la comunicazione, al fine di indurla ad adottare nuovi comportamenti. Deve sempre essere preceduta da un percorso conoscitivo, costituito da informazioni e dati che vengo trasmessi al paziente: solo quando il paziente ha delle informazioni oggettive può migliorare la propria conoscenza e consapevolezza manifestando curiosità, emozioni, bisogni, desideri, aspetti che permettono di formulare una motivazione funzionale, “cucita su misura” del benessere di quella singola persona. La motivazione verrà quindi costruita in modo “sartoriale”, seguendo le aspettative di ogni paziente. Soltanto così sarà veramente efficace, risultando un fattore decisivo in ottica di prevenzione.

L’efficacia della motivazione può essere rilevabile nel breve e nel lungo tempo, attraverso la modificazione del comportamento. Dalla mia esperienza inoltre posso affermare che, quanto più un paziente è motivato, tanto più si riducono le possibilità di incomprensioni, ma anche i tempi di lavoro nel team, oltre al fatto che si migliora il controllo dell’ansia e della paura. Questa è un po’ la mia idea di motivazione… difficile spiegarla in poche righe perché è molto complessa: origina sempre dall’approccio che ha un operatore al lavoro e si diversifica a seconda del carattere della persona… insomma la motivazione è “operatore-dipendente”, è una concezione strettamente personale che non può mai essere “copiata”.

Svelaci un pregio, un difetto, una passione…

Credo che uno dei miei pregi sia la complicità con cui riesco a lavorare con i professionisti che si fidano di me… io sono fatta per pensare, studiare, creare, talvolta mi serve tempo per raggiungere un obiettivo ma difficilmente fallisco perché quando elaboro riesco già a visualizzare il risultato finale.

Il mio difetto è che non riesco a vedere con largo anticipo gli ostacoli dei miei processi: sono positiva per carattere, quindi non vedo mai il lato negativo, le insidie che possono nascondersi dietro l’angolo.

Le mie passioni sono mio figlio e i suoi sport, la natura che mi circonda perché è la mia ispiratrice, ma anche i lavori manuali di precisione perché in un certo senso sono un’artigiana anche nel mio lavoro, in cui la manualità è fondamentale.

Obiettivi, progetti?

L’obiettivo principale è quello di avere un po’ più di stabilità: voglio concentrarmi in una struttura dove investire tempo ma anche dove puntare alla crescita professionale. Confesso che non mi dispiacerebbe conseguire la laurea magistrale, certificarmi con il B2 in inglese e fare un’esperienza all’estero; poi mi piacerebbe coltivare ancor di più le mie amicizie, condividere più tempo con le persone cui tengo.

Qual è secondo te il maggior punto di forza della Clinica?

Il punto di forza che più apprezzo della Clinica è il personale con cui mi trovo a condividere la quotidianità, tutti professionisti di alto livello. Il Dottor Costa ci lascia liberi nella gestione: abbiamo indicazioni generiche, ma poi siamo noi che dobbiamo dare il valore aggiunto e questo mi fa sentire una vera libera professionista.

Un punto fondamentale per il futuro sarà Beatrice: credo molto nel lavoro gestito dalle donne, lei ci si dedica con grande passione e sono convinta che sarà una leader trainante per il futuro della Clinica.

 

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