Dove è nata l’ispirazione, perché questo libro?

Più che parlare di ispirazione, direi che questo libro rappresenta in un certo senso un completamento del percorso iniziato con “Tutto nasce da un sorriso”.

Già allora, quando lo scrissi, sottolineavo come nel percorso di terapia del paziente sia importante tener conto non solo del suo stato di salute, a partire dal sorriso, ma anche del suo stato psicofisico, insomma preoccuparsi che sorrida “in quanto felice”.

Un titolo emblematico che riassume la sua vision, il suo lungo percorso professionale e anche umano…

Proprio così. In questo mio percorso, il binomio salute-felicità è emerso sempre più in tutta la sua importanza, a partire dalla scoperta che già da parecchi anni le organizzazioni mondiali stavano ragionando su questo, facendo verifiche (anche con test e screening) sulla felicità, collegando questo concetto, in differenti situazioni, al benessere della persona.

…non ci sono ricette né consigli… ciascuno di noi deve cercare la propria, unica e personale, strada per la felicità

Da questi studi tra l’altro sono emerse contraddizioni e differenze sostanziali nelle concezioni stesse di felicità, benessere, wellbeing… il che ci fa capire quanto complessi siano questi termini, quanto profondi e ancora “misteriosi” i legami tra essi. Quindi alla fine “il cerchio si è chiuso” portandomi a riunire, accostare in questo nuovo libro la conoscenza dello stato di salute e il concetto di star bene in quanto “in salute”. Tra salute e felicità c’è un legame inscindibile e imprescindibile, direi: non c’è l’una senza l’altra, come ribadisco nel libro.

Insieme a Marco Ongaro ho voluto fare un excursus storico-filosofico alla ricerca delle definizioni di questi due concetti, analizzandoli, ritrovando anche le “vecchie sorelle” etica ed estetica che ci sono venute in supporto nel documentare quanto, nel percorso verso il benessere nella propria vita, sia importante trovare momenti per se stessi, per migliorarsi e quindi poter essere felici.

 

Il punto di partenza è quindi sempre quello di considerare il sorriso come specchio del benessere di una persona e da lì, attraverso ricerche e la lettura della filosofia e della storia, comprendere che sono concetti che da sempre rappresentano l’anima, la colonna dorsale di tutte le filosofie a partire dagli antichi Greci.

Il libro riassume un po’ questo percorso, ma non in modo conclusivo, definitivo, perché non c’è mai una fine, un punto di arrivo: sicuramente è un compendio importante di ciò che è stata la mia strada fino ad oggi.

In che senso sostiene che c’è bisogno di una “educazione alla felicità”?

Educazione alla felicità come educazione alla salute: sì, c’è bisogno di entrambe: bisogna sapersi ascoltare, saper leggere i segnali che ci dà il nostro corpo e che a nostra volta gli trasmettiamo.

Da questa lettura, dall’impegno, dal tempo per noi stessi, avremo il risultato di poter vivere come vogliamo, di avere la libertà di scegliere una vita sana e felice.

Nel libro approfondisce anche il Metodo Ezio Costa, la sua flessibilità e le sue prospettive…

Il Metodo è un aiuto, un sistema, un supporto che  – senza dare in realtà consigli veri e propri – ci aiuta a focalizzare quelle che sono attualmente le conoscenze riguardo salute e felicità, a partire dallo stile di vita inteso come attività fisica, alimentazione, riposo, meditazione, fino alle relazioni con gli altri.

Metodo che si traduce, in termini pratici, nell’Esagono del miglioramento: come usare questa “mappa”? 

L’Esagono –  i cui 6 vertici sono i 6 punti individuati come fondamentali nel percorso verso il benessere di una persona –  è una sorta di traccia che può aiutare in questa auto-analisi; può essere anche un’analisi guidata da un coach, una persona che con le domande giuste può stimolarci a decidere dove e come migliorare i vari settori.

…non c’è salute senza felicità, e viceversa: tra di esse esiste un legame inscindibile

“Diventa ciò che sei”, da Pindaro a Nietzsche… e nella “traduzione” del Dottor Costa, come lo spiegherebbe?

Questo concetto è un po’ l’altro lato della medaglia del “sei quello che hai voluto essere”, quello che hai potuto fare, hai fatto per te stesso fino ad oggi. Sei il prodotto degli stimoli avuti, raccolti, ciò che hai seminato… basti pensare che in ogni istante ci sono milioni di segnali metabolici che incidono sul nostro corpo, sul sistema immunologico, endocrino e su tutti gli altri, influenzano insomma ciò che è la nostra salute, la nostra vita.

Questa frase vuol dire quindi “lavora per essere ciò che vuoi essere”: e il primo punto è capire come vuoi essere, il primo step è trovare il tempo per ascoltarti e capire se hai inteso quale sia il tuo ruolo nella vita, che non è soltanto un breve passaggio ma potrebbe essere quello di lasciare un segno importante.

Ciò che sei è ciò che hai costruito, passo passo, giorno per giorno.

Si parla anche di “pratica della cosità”: può spiegare che cosa intende?

La cosità è un concetto filosofico profondo che ci aiuta a dare un senso e a leggere la realtà in profondità, andando oltre le apparenze. Essere nel presente e goderne l’esperienza. Vivere la vita nel pieno di ogni suo attimo. Spesso diamo per scontate alcune cose, leghiamo alle cose nomi che utilizziamo superficialmente, usiamo in modo superficiale situazioni, relazioni, pensieri senza andare a fondo, senza pensare davvero al loro significato, a cosa possono voler dire per la nostra vita e nei confronti degli altri.

Quindi da questo libro possono nascere mille stimoli, spunti di approfondimento. È questo il senso che ho voluto dargli.

Possiamo dire che il senso profondo del libro, oltre ad essere un compendio del suo percorso fin qui, è quello di aprire ancora nuove prospettive, nuovi sentieri da percorrere?

Assolutamente sì. Per questo abbiamo scelto di fare una bibliografia e una sitografia molto sintetiche, selezionando i testi più significativi: ognuno di questi, però, è a sua volta una porta aperta verso nuovi mondi, verso strade inesplorate.

Per questo, ho voluto scrivere questo libro mettendomi nei panni di chi stimola, non di chi consiglia: perché ognuno è libero di scegliere come vuole vivere, di “disegnare” la propria vita.

Credo che oggi più che mai sia arrivato il momento in cui, più che dare consigli su come e cosa fare, sia importante offrire stimoli a ricercare da soli quale sia la propria strada, il proprio percorso, sapendo che ognuno di noi è un universo affascinante e unico, mai fermo ma sempre in evoluzione.

La ricerca della felicità, un bellissimo libro poi diventato film, lo esprime bene: la felicità è una condizione tutt’altro che statica, ma dinamica, in costante cambiamento e assolutamente individuale e personale… ecco perché non esistono ricette, non c’è nessuno che possa consigliarti ciò che è meglio per te.

È un percorso di continuo miglioramento, ricerca, un lavoro di introspezione che ognuno di noi può e deve fare: il tutto collegato sempre allo stato di salute, perché se non stiamo bene non possiamo avere la condizione psicofisica adatta per andare a fondo delle cose, per ricercare la nostra felicità, per lasciare il nostro segno.

Salute e (è) felicità, felicità e (è) salute: torniamo e ripartiamo sempre da qui.

 

 

 

 

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