I filler

Intervista al Dottor Costa.

Cosa sono e cosa “non sono” i filler?

In Medicina Estetica i filler sono gel, per lo più a base di acido ialuronico, che servono a correggere gli inestetismi di tutto il corpo. Normalmente le persone pensano a qualcosa che riempie gli zigomi, gonfia le labbra. Lo collegano alle “punturine” per sembrare più giovani. E, visti i risultati che si vedono in giro, l’impressione non è delle migliori. Ne parlano male, giudicando l’esito e non la procedura. Vedremo che non sempre è così e che non bisogna generalizzare.

In effetti il termine filler deriva dall’inglese “to fill”, riempire. Quindi parliamo di un materiale che va a riempire, e che può essere riassorbibile (quello attualmente più usato), oppure non riassorbibile (i vecchi “siliconi” ad esempio).

È una sostanza iniettabile, riassorbibile appunto in due mesi-un anno (fino a due anni in certi casi), a base di acido ialuronico. In questo momento l’acido ialuronico è il “gold standard” come base dei prodotti filler. Ne esistono di varie tipologie con diverse azioni, a seconda della qualità, della quantità e della concentrazione: dalla Biorivitalizzazione alla Biorivolumetria.

Quali sono i casi in cui viene consigliato un filler riempitivo?

Il filler indicato per ricreare volumi dà supporto ai tessuti molli del viso e del corpo: dello zigomo, delle guance, del bordo mandibolare, delle labbra, del naso piuttosto che appunto di altre parti del corpo, dal seno ai vari muscoli.

Parliamo di riempitivi: quindi andiamo a “riempire” delle depressioni, riempire delle rughe più o meno profonde, riempire le labbra, utilizzando un prodotto riassorbibile a base di acido ialuronico.

Fondamentalmente si utilizza appunto acido ialuronico? 

Sì, e nella Medicina ad Indirizzo Estetico le indicazioni sono moltissime. Non solo per riempire ma per esempio anche per idratare, stimolare le cellule a produrre nuovo collagene e nuove fibre elastiche. A seconda della concentrazione e del peso molecolare abbiamo vari tipi di azioni. Non è solo un prodotto che “resta lì”, crea volume e pian piano viene riassorbito, ma anche un prodotto che ha una funzione specifica. Possiamo parlare quindi di filler “passivo” o di filler “attivo”, con attività biologiche sui tessuti.

Ci sono eventuali controindicazioni, casi in cui non è consigliato questo tipo di trattamento?

In linea di massima le controindicazioni sono le patologie del sistema immunitario oppure avere in corso terapie che abbassare le difese del nostro organismo. Insomma situazioni della salute gravi o particolari (come anche lo stato di gravidanza), in cui non è consigliabile e/o prioritario eseguire trattamenti specifici. Si tratta comunque di iniettare dall’esterno un prodotto che stimola una reazione, anche semplice, da parte dei tessuti. Quindi è fondamentale che il sistema di difesa immunitario sia “in forma”.

Sono richieste particolari attenzioni nei giorni successivi al trattamento?

Sono necessarie alcune piccole attenzioni come evitare l’attività fisica intensa nelle ore successive, evitare sauna e bagno turco per almeno un giorno. Se si formano ematomi, anche piccoli, vanno protetti dal sole finché non scompaiono (possono durare anche una settimana, dieci giorni). Quindi gli effetti collaterali “poco desiderabili” post trattamento possono essere un leggero gonfiore, un piccolo edema (che però scompare in pochissimo tempo), oppure degli ematomi che vanno attentamente coperti e protetti dal sole.

Molto importante è la scelta accurata del tipo di prodotto e una grande capacità ed esperienza da parte del medico, per evitare spiacevoli inestetismi o effetti collaterali potenzialmente gravi. Quindi, anche qui prevenzione!

Qual è indicativamente la durata del trattamento?

Come dicevo la durata dipende dalla concentrazione, dal peso molecolare e dalla “durezza”, diciamo, dell’acido ialuronico. Si va da prodotti “morbidi”, per aree di correzione superficiali con durata dell’effetto di 2-3 mesi; fino a prodotti molto compatti, per aree di sostegno profonde (come zigomo o mascelle) con filler che possono durare anche un anno.

Qual è la differenza rispetto alla Biorivolumetria?

Quando parliamo di trattamenti iniettivi del viso e del corpo, a base di acido ialuronico, ci riferiamo a tre tipi di azione: voluminizzazione, bio-rivitalizzazione e biorivolumetria. Sono tre tecniche e terapie diverse.
Per creare volume, sostenere e riempire i tessuti usiamo acidi ialuronici più compatti e resistenti, che hanno durate mediamente lunghe; vengono riassorbiti piano piano dagli enzimi all’interno dei tessuti.
Con la Biorivitalizzazione invece andiamo a idratare, stimolare i tessuti, soprattutto la cute. Qui utilizziamo acidi ialuronici che vengono riassorbiti velocemente, ma che hanno un’azione “attiva” appunto, di idratazione piuttosto che di stimolo sui fibroblasti (cellule che producono collagene, fibre elastiche e lo stesso acido ialuronico, dando compattezza, elasticità, giovinezza alla pelle). Le micro-iniezioni vanno fatte molto superficialmente, nello spessore della pelle, oppure appena sottocute, per mantenere la funzione di questo organo così importante. Si usa un acido ialuronico cosiddetto “libero”, non legato ad altre sostanze che ne aumentano la durata, e quindi viene riassorbito molto velocemente (da poche ore a uno o due giorni); è attivo in questo lasso di tempo e poi scompare.
Discorso a parte è quello della Biorivolumetria. Un concetto nuovo, creato da un’azienda italiana con la quale collaboro: l’idea è stata quella di mettere all’interno di un filler studiato per stare nei tessuti a lungo, un acido ialuronico libero, un bio-rivitalizzante, che dà un effetto “stimolante”.
Quindi iniettando più o meno profondamente questo prodotto, l’azione sarà di riempire i volumi ma anche, all’interno dell’area di iniezione, di liberare pian piano un acido ialuronico che ha un’azione attiva, idratante e stimolante per le cellule. Quindi Biorivolumetria sta per stimolo, bio-stimolazione diciamo, e volumetria. Attività che, a differenza della Biorivitalizzazione (azione biologica che dura poco tempo, poche ore) dura anche due-tre mesi. Naturalmente ripetibile per mantenere o migliorare il risultato.
Cosa rende la Biorivolumetria un trattamento unico, un’innovazione nel settore della medicina a indirizzo estetico?
La Biorivolumetria è stata una rivoluzione “made in Italy”, un’intuizione di due aziende italiane che utilizzano il loro acido ialuronico, italiano, di elevatissima qualità ed elevatissimo profilo di sicurezza. Come dicevo il pensiero è nato a partire da due tipologie di acidi ialuronici: uno costruito per durare a lungo senza un’azione diretta dei tessuti (si inietta e piano piano gli enzimi lo processano, ma il tessuto non cambia), l’altro libero creato per durare pochissimo come quello naturale che viene continuamente prodotto e riassorbito.
Geniale è stato “mettere insieme” come in una rete, un acido ialuronico con azione attiva ma brevissima, con un acido ialuronico con effetto prolungato. In questo modo è possibile proteggere il riassorbimento dell’acido “attivo” e quindi la sua azione non dura più poche ore ma settimane, se non mesi. Gli effetti sono stati poi dimostrati da varie ricerche e da evidenze cliniche, che confermano l’azione completamente diversa di questo tipo di filler.
Dal punto di vista clinico, il vantaggio principale è quello di poter andare incontro sempre meglio alle esigenze delle persone che desiderano appunto migliorare, ma non modificare il proprio aspetto.
Come risponderebbe alla domanda che potrebbe farle una paziente: “Sono interessata a un trattamento con filler, ma ho paura di vedere il mio viso profondamente modificato”?
Questa è una domanda che fa il 99 per cento dei pazienti! È molto difficile che qualcuno voglia modificare profondamente il viso (eventualmente succede in casi di asimmetrie gravi). Tutti i pazienti, fondamentalmente, desiderano migliorare progressivamente il proprio aspetto e in base all’età, al grado di invecchiamento, quantità e qualità dei tessuti, decidiamo i trattamenti.
Il mio approccio, la mia filosofia è quella di riuscire a “entrare nell’orologio biologico” con dei prodotti che rallentano il processo di invecchiamento. L’idea appunto è quella di ottenere un buon invecchiamento.
Si può scegliere di avere un buon invecchiamento e trattamenti e prodotti creati per farlo. “Facciamo insieme un piano di trattamento ideale per te”. Vediamo insieme quali sono le indicazioni, in base ai desideri e poi pian piano cominciamo un percorso condiviso. Non è mai un intervento che stravolge o cambia drasticamente l’aspetto, se non richiesto (come nei casi di rinoplastica, che va a modificare il naso per esempio). Insomma si tratta di “accompagnare” i pazienti verso un miglioramento, attraverso il concetto di buon invecchiamento. Sappiamo poi quanto è importante il tempo di prima visita per creare, l’empatia, il feeling necessari per avere un risultato pienamente soddisfacente.
Ha una storia particolare, un episodio da raccontare?
Ce ne sono tanti… spesso le pazienti arrivano col dire “voglio fare qualcosa di cui non deve accorgersi nessuno, men che meno mio marito!”. Poi succede che il risultato è talmente bello che è il marito stesso a spingerla a ritornare…
Mi viene in mente il caso di una signora che è passata dal “mi raccomando che non si accorga mio marito” a portare anche il marito a farsi dei trattamenti; è stato carino vedere questi due signori, non più giovanissimi, arrivati insieme con la voglia di migliorare il proprio aspetto.

 

 

 

 

 

 

 

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