Nella sua rubrica Ezio Costa Live, sul suo profilo Instagram, il Dottor Costa ha intervistato Vittoria Rebecca Smania, performance coach che ha conseguito diverse certificazioni tra cui quella del Metodo Ongaro e lavora all’interno del team del nostro esclusivo programma H3Élite.

 

Vittoria, ci racconti il tuo percorso personale?

 Devo dire che mi sono avvicinata al ruolo di coach con un po’ di scetticismo, non capivo bene in cosa consistesse. Attraversavo un periodo di cambiamento, un’occasione di rinnovamento ma anche un momento un po’ difficile e in quella situazione cercavo un nuovo percorso professionale: così ho seguito un corso per personal trainer. Ho iniziato quindi a capire come si può agire sul proprio corpo, sviluppando pian piano una visione olistica che mi ha affascinato sempre più e portato poi a ottenere certificazioni tra cui quella del Metodo Ongaro: un metodo che ci dà strumenti per mettere a punto il proprio benessere basandosi su basi scientifiche, sul funzionamento del corpo umano.

Come far diventare i cambiamenti delle abitudini?

La componente di conoscenza, di consapevolezza è fondamentale, per agire sul corpo con la possibilità di capire che si possono fare delle cose in modo che ne succedano altre.

Un altro fattore importante è che lo stato di benessere che si raggiunge, pian piano innesca un circolo virtuoso che si alimenta da solo e ci incita a proseguire sulla strada “vincente”.

Quale può essere un ostacolo iniziale? E qual è il ruolo del coach in questo senso?

Una delle resistenze più frequenti che mi trovo ad affrontare è la sensazione di non riuscirci: spesso le persone si sentono bloccate, non sanno da dove cominciare, il percorso gli appare troppo difficile…

Allora propongo loro di individuare una piccola cosa che sentono alla loro portata, un cambiamento minimo che si sentono di fare: non appena si riesce, si prende po’ di coraggio e si innesca un “effetto domino” positivo che porta pian piano a “sentirsi capaci”. Il segreto quindi è quello di spezzare l’obiettivo in piccoli “pezzetti” affrontabili.

Il coach per l’appunto ha il ruolo di mantenere la rotta verso l’obiettivo, instaurando una relazione profonda con la persona di cui conosce i punti deboli ma soprattutto i punti di forza: è da lì da cui si deve partire, sono quelli che vanno sottolineati, solo allora la persona capisce di potercela fare, grazie all’incoraggiamento, ad una voce che incita sempre e non mortifica mai.

Il coach aiuta a migliorare quella che è definita “performance”, che significa fondamentalmente “compiere un’azione”: il coach fa in modo che esprimiamo il meglio di noi stessi in un dato momento.

Perché è così difficile cambiare? Puoi darci qualche consiglio?

Molti comportamenti di tutti i giorni sono automatismi, di cui non ci accorgiamo, meccanismi che avvengono a un livello sottostante la nostra coscienza… ma che possono fare davvero la differenza. Ci sono anche pensieri abitudinari, ad esempio il classico “sono pigro” che molto spesso è solo una sorta di alibi, per l’appunto un’abitudine che si innesca per una serie di motivi e che finisce però per condizionarci.

Fondamentale è raggiungere la consapevolezza che si può cambiare, anche se il cambiamento è non è mai facile!

Il primo ostacolo al cambiamento sono quindi questi percorsi automatici, instaurati nel tempo con la ripetizione; un altro nemico è la fretta: vorremmo un cambiamento veloce e senza fatica, mentre dobbiamo darci il tempo e accettare il fatto che implica impegno.

Altro ostacolo è che ci focalizziamo sul risultato finale, perdendo di vista i piccoli successi che stanno in mezzo: anche qui, il coach può rivelarsi un aiuto prezioso.

Il fattore più potente per il successo è abbandonare l’idea che dipenda dalla forza di volontà: in realtà questa ha una brevissima autonomia, utile per partire ma poi finisce e allora deve intervenire il piacere, base della nostra evoluzione e il nostro motore sempre e comunque.

Se manca questo elemento e ci limitiamo a forzarci in qualcosa, si innesca un sistema insostenibile a lungo andare: la via giusta invece è sostituire una cosa che ci piace con una… comunque piacevole!

Un messaggio finale sul progetto H3Élite

Lo ritengo particolarmente innovativo, perché è uno dei rari programmi che aiuta a mantenere o migliorare lo stato di salute senza attendere che insorga la malattia; interessante inoltre, per l’appunto, che preveda la presenza di un coach, elemento di grande aiuto. Infine un altro punto di forza è il team di professionisti, ognuno con caratteristiche particolari e precise competenze che mettiamo a disposizione dei pazienti.

Mi piace concludere con il celebre e prezioso incitamento di Nietzsche, “diventa ciò che sei”.

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