Marco, 25 anni. Spigliato, bello sguardo, salda stretta di mano. Leggo però un filo di tensione, di imbarazzo. È la prima visita, capita spesso. Occhi fieri, decisi, però, a scapito della giovane età e di quella timidezza un po’ malcelata che percepisco. Occhi che sorridono, ma senza una vera sintonia col resto del volto, ecco, ora mi sembra pian piano di capire sempre di più il mio nuovo paziente. Un po’ teso, impacciato, quasi si dovesse giustificare, mi mostra il suo sorriso. Purtroppo, molto compromesso: una situazione non facile, che quasi spiazza anche me. Una situazione che comporta una scelta, e con Marco ne parlo con franchezza. Una scelta di vita? Sì. Non è azzardato definirla così. Un investimento vero e proprio, importante, sul proprio futuro. Perché è un percorso lungo, quello che il giovane Marco ha ancora davanti a sé, una strada disseminata di possibilità, promesse, bivi, deviazioni, corse sfrenate e rallentamenti, mete raggiunge, passi falsi, ripartenze. Un viaggio, qual è la vita di ognuno di noi, a qualsiasi età, sempre e comunque. Un viaggio verso mille potenziali mete, anche verso noi stessi, in fondo.

La voglia di riappropriarsi del proprio sorriso, di ritrovare il proprio miglior aspetto è invece qualcosa di prezioso, fondamentale, essenziale

Marco dentro se stesso ha guardato, la sua risposta a fine controllo, al termine del nostro colloquio, me l’ha confermato senza lasciar adito a dubbi: “Sì, dottore, la mia scelta è questa. Voglio ritrovare il mio sorriso, partire da lì”. Non credo serva rimarcarlo, la storia di Marco ne rappresenta l’ennesima riconferma, ma lo sottolineo volentieri, sempre e ancora: non si tratta di una mera questione estetica, nulla di lontanamente futile o superficiale, la voglia di riappropriarsi del proprio sorriso, di ritrovare il proprio miglior aspetto è invece qualcosa di prezioso, fondamentale, essenziale.

Io stesso mi trovo a volte, ancora oggi, a riflettere su questo punto. All’importanza dello star bene con se stessi prima di tutto, un benessere sacrosanto che è imprescindibile per essere a proprio agio con gli altri, con il mondo, e poi, in un circolo positivo, in un gioco di rimandi, tornare al proprio “centro”, al proprio sé, e sentirsi ancor meglio.

Riappropriarsi di se stessi, rimettersi al primo posto, che non ha nessuna sfumatura egocentrica, ma significa semplicemente sana voglia di sperimentare e di vivere appieno un nuovo, salutare star bene

Sorridere, senza esitazioni, ridere di gioia senza timori o imbarazzi, parlare, scherzare, mostrarsi a tutto tondo per quel che si è: e ciò non significa essere perfetti, di una perfezione fittizia, fasulla, ma ”belli” della bellezza di chi prova quella appagante sensazione di sintonia con sé e con le altre persone, di chi sorride al mondo perché, con i suoi umanissimi pregi e difetti, si accetta, si piace, piace.

Riappropriarsi di se stessi, rimettersi al primo posto, che non ha nessuna sfumatura egocentrica, ma significa semplicemente sana voglia di sperimentare e di vivere appieno un nuovo, salutare star bene. Marco ha rimesso al centro se stesso, dopo essersi perso un po’ (e a chi non è mai successo?): ha deciso di ritrovarsi, di guardare al futuro con maggior certezza, consapevolezza, stima di sé e delle sue potenzialità. E non avrebbe mai potuto farlo senza il suo sorriso. Un sorriso che parte da dentro, e riconquistarlo pienamente vuol dire ritrovare fiducia in sé, forza, intraprendenza. Voglia di star bene a tutto tondo, di riappropriarsi a questo punto anche di altri ambiti, sfere della propria vita che erano state trascurate, adombrate. Perché succede sempre così. Corpo e mente, intimamente connessi in un legame indissolubile, che lo si voglia o no, procedono all’unisono, e la voglia di benessere finisce per investirci a 360°, sempre e comunque.

“È troppo importante, ha ragione dottore”, così mi ha detto Marco, poco prima di uscire dallo studio. E pensare che non gli avevo suggerito nulla, ha fatto tutto da solo, ma quell’affermazione così risoluta, i suoi occhi ora privi di qualsiasi ombra di timore, mi son rimasti dentro. Quello sguardo deciso mi fa ricordare ancora una volta cosa e quanto possa nascere da un sorriso, dal “voler bene” al sorriso per poi abbracciare tutto il proprio organismo, viso, corpo, mente e anima.
Voglia di sentirsi, perché no, unici, speciali come davvero tutti noi siamo.

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