Ci racconta il suo percorso professionale?

Appena laureato a Verona nel 1995, ho fatto un tirocinio di 5 anni presso la Clinica odontoiatrica di Verona e dal 1997 ho iniziato la collaborazione con lo studio associato dei Dott. Fanti e Filippini. Nel frattempo, nel ’99/2000, ho aperto il mio studio. Da fine 2020 alterno il lavoro lì a quello qui, in Clinica.

Ai pazienti consiglio di…  seguire i nostri consigli con pazienza e fiducia!

Di cosa si occupa principalmente? 

Seguo prevalentemente la parte Conservativa, che mi appassiona da sempre, avendo anche seguito dei corsi specifici. Mi occupo anche di piccola protesi e, qualche volta, di estrattiva.

Ha sempre voluto fare questo lavoro?

Diciamo che, pur avendo iniziato un percorso diverso – ho il diploma di perito elettronico – sono sempre stato appassionato di temi “medici”, infatti già a partire dagli ultimi anni di superiori mi interessavo all’argomento e leggevo libri in merito… Al tempo stesso ero abituato a frequentare gli studi dentistici perché mio papà era Odontotecnico e spesso lo seguivo per “curiosare” … quindi pian piano mi sono appassionato sempre più a questo settore e ho deciso di intraprendere questa strada.

Qual è l’aspetto più bello e quale il più difficile della sua professione?

Quello che preferisco è il rapporto con i pazienti: mi piace dialogare con loro per instaurare un legame di fiducia prima di intraprendere un percorso, punto fondamentale che secondo me viene ancor prima della parte professionale e “tecnica”. Questo aspetto mi è sempre piaciuto molto e lo ritengo importantissimo perché il paziente accetti dei piani di terapia a volte anche complessi e lunghi, in cui ci vogliono tempo, pazienza e collaborazione da parte sua.

Non è sempre facile con tutti, dipende dalla personalità di ciascun paziente: alcuni vanno capiti e rassicurati di più, però diventa in un certo senso una “sfida” e alla fine quando scatta l’empatia c’è ancora più soddisfazione!

L’aspetto difficile? Beh, direi che la professione è cambiata molto negli ultimi 10-20 anni, e rispetto all’inizio i pazienti sono molto più preparati e quindi esigenti… ora ci sono molte più opzioni terapeutiche ed è giusto averle tutte ben chiare per spiegarle al paziente. Quindi mentre anni fa bastava un appuntamento per poi iniziare un piano di trattamento, oggi magari ne servono almeno 2-3 per riuscire a spiegare bene dove vogliamo arrivare: è questa un po’ la difficoltà di oggi, la gestione dei vari appuntamenti e delle tempistiche… però trovo che il rapporto che si viene a creare con quella persona, alla fine, ripaghi sempre di tutta la fatica…

Secondo lei qual è il maggior punto di forza della Clinica? 

Sicuramente il team, la squadra, fatta di tanti colleghi molto preparati nelle rispettive discipline: un aspetto che tranquillizza il singolo perché si ha la possibilità di confrontarsi su eventuali problemi, di consultarsi a vicenda per cercare di intraprendere il percorso ottimale per ogni paziente, interpellando tutti i professionisti. Questo, oltre che un vantaggio per noi medici, rappresenta anche una garanzia, un grande valore aggiunto per il paziente.

Quello che più amo del mio lavoro è sicuramente il rapporto con i pazienti, creare con loro quella fiducia indispensabile per intraprendere poi un percorso insieme…

Se dovesse dare un consiglio ad un ragazzo che vuole seguire la sua strada, cosa gli direbbe?

Direi che ci vogliono prima di tutto passione, predisposizione, manualità, grande pazienza e precisione al dettaglio! Soprattutto, appunto, passione per l’aspetto umano, per l’ascolto dell’altro, capacità di accogliere le esigenze altrui e di creare fiducia. La manualità si apprende anche con i vari corsi post-laurea che sono molto importanti, però l’aspetto dell’empatia è fondamentale: ascoltare non dev’essere mai un peso, altrimenti questo lavoro può diventare estenuante.

E un consiglio invece per i pazienti?

Fidarsi dei nostri consigli, seguirli pensando che cerchiamo sempre di fare il meglio per il paziente… anche se all’inizio si è “perplessi” o non si vedono subito i risultati bisogna avere pazienza e fiducia, soprattutto in caso di terapie lunghe in cui magari all’inizio ci può essere un po’ di fastidio o sensibilità, perché prima o poi si superano e… si arriva al traguardo!

Quali sono le sue passioni?

Beh, la prima è il mio lavoro, infatti non mi pesa mai nonostante le tante ore… l’altra passione che coltivo nel weekend sono le camminate in montagna, che faccio da una vita in tutte le stagioni, organizzando anche escursioni in gruppo (faccio parte del CAI). Mi piace condividere con altri il piacere di stare insieme all’aperto e di godere di splendidi paesaggi.

Un suo pregio e un suo difetto…

Come difetto direi che sul lavoro sono un po’ troppo pignolo e puntiglioso, a volte in modo esasperato! Il mio pregio maggiore credo sia proprio la passione per questa professione, che mi regala inesauribili energie e che davvero non mi stanca mai…

Cosa apprezza e cosa non sopporta nelle altre persone? 

Apprezzo la disponibilità al confronto, al dialogo, la capacità di mettersi in discussione… qualità che mi piace in generale e soprattutto nell’ambito professionale: fortunatamente qui in Clinica non manca! Negli altri non sopporto invece l’ipocrisia, la falsità, preferisco sempre un confronto diretto e sincero, nel bene e nel male.

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