Approfondiamo insieme quale sia il corretto posizionamento del bambino nei primi mesi, in particolare dalla nascita a quando inizia a stare seduto e a spostarsi autonomamente (intorno ai 6 mesi). Un posizionamento corretto è importante per favorire il regolare sviluppo neuropsicomotorio, facilitando il raggiungimento delle varie tappe con le giuste tempistiche, oltre a prevenire asimmetrie, problemi posturali o tensioni corporee.

Partiamo dal “dove”. Dopo la prima fase di contenimento, in cui tenerlo in braccio oppure circondato da cuscini per farlo sentire protetto come nell’utero, si passa gradualmente a un supporto più ampio che offra vari stimoli. L’ideale è posizionarlo su un tappetone, in posizione prona, con un giocattolo a circa 50 cm di distanza: il bambino è stimolato a localizzarlo, elaborare il desiderio di raggiungerlo e attuare un “programma motorio” per arrivare ad afferrarlo (con la soddisfazione per aver portato a termine un gesto apparentemente semplice ma in realtà complesso!).

Passando al “come”, sempre più studi confermano che la soluzione ideale è una posizione variabile nel corso della giornata. Le posizioni da alternare sono tre:

  • Supina: per favorire la relazione con la mamma e poi, verso i 3 mesi, l’intrattenimento con dei giocattoli appesi sopra la culla.
  • Su un fianco, o di tre quarti (aiutandosi con una copertina arrotolata dietro la schiena): in questa posizione viene svincolato un lato del corpo, cambiando i punti di appoggio di cranio e corpo.
  • Prona: molto importante a partire dal 2° mese, quando il bambino è in grado di sollevare la testa; questa posizione libera il cranio da forze compressive e aiuta lo sviluppo della zona posteriore.

Un altro consiglio è quello di variare le posizioni anche in base ai punti cardinali, così da offrirgli stimoli sensoriali diversi a seconda delle diverse direzioni.

È poi fondamentale tenere in considerazione le linee guida per la prevenzione della SIDS (sindrome della morte in culla), che prevedono prima di tutto la posizione supina durante il sonno. Ecco che questa posizione notturna va poi “compensata” ponendo spesso il bambino a pancia in giù quando è sveglio: per il piccolo è una posizione un po’ faticosa, ma favorevole per i motivi che abbiamo spiegato e a cui pian piano si abituerà.

In sintesi: è importante alternare il più possibile le posizioni del bambino, tra contenimento per favorire il legame emotivo e posizioni diverse per stimolare al meglio il suo sviluppo neuropsicomotorio, avviandolo gradualmente a una sempre maggior autonomia.

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