Protesi 

 

Differenza tra fissa e mobile: scopriamo qual è.

La protesi o riabilitazione protesica dell’occlusione/masticazione in una situazione di edentulia (mancanza dei denti) parziale o totale, consiste nel ristabilire, attraverso manufatti protesici realizzati dall’Odontotecnico, la mancanza di parte del dente o dei denti. Questo per ripristinare appunto l’occlusione, la masticazione e l’estetica.

Il mondo dell’Odontoiatria protesica è molto vasto: la prima importante differenziazione da fare è quella tra protesi fissa su denti naturali o su impianti, e protesi mobile o rimovibile; quest’ultima è indicata per pazienti che hanno solo una parte di denti o che hanno perso tutti i denti. 

protesi 

Si parte da un’accurata diagnosi.

 Parlare di riabilitazione protesica significa prima di tutto fare una corretta diagnosi della situazione orale. Ciò vuol dire valutare la condizione dei denti (se hanno una struttura solida, stabile per la masticazione e l’occlusione o se bisogna rinforzarla, ricoprendo i denti parzialmente o totalmente), delle gengive e dell’osso di supporto (osso alveolare, che sta attorno alle radici dentali). Quindi esaminare la dentizione naturale che per qualche motivo è parzialmente compromessa (ad esempio per forti abrasioni, traumi, mancanza di uno o più denti etc) e, al tempo stesso, considerare la situazione estetica.

Il tutto per prevedere quali sono le opzioni di intervento per migliorare questi parametri che sono appunto occlusione, capacità di masticazione ed estetica dentale: funzione estetica, funzione masticatoria e funzione occlusale (che comprendono dimensione verticale, supporto labiale, articolazione temporo-mandibolare e tutto quello che è il complesso stomatognatico, che prevede una corretta posizione e dimensione dei denti, oltre che una loro sana struttura e capacità di sopportare gli stress occlusali). 

Fissa o mobile? Le indicazioni. 

Le indicazioni del tipo di protesi sono dettate dalla condizione e dal numero di denti rimasti, dalla loro possibilità di supportare una riabilitazione fissa inserendo i denti mancanti “ancorati” a quelli residui. È necessaria quindi un’accurata analisi clinica, radiologica e funzionale per capire se utilizzare i classici “ponti” o protesi che vanno a ricoprire i denti per mettere quelli mancanti, oppure se intervenire con impianti (nuove radici in titanio inserite nell’osso) o ancora, se non ci sono le condizioni, optare per le protesi mobili o rimovibiliQueste ultime sono l’opzione su cui puntare se non c’è osso sufficiente per inserire l’impianto, o possono rappresentare una soluzione più economica in caso di riabilitazioni estese (quando mancano molti denti). 

Dialogo ed empatia con il paziente, fattori fondamentali.

Fin dalla prima visita, è importante capire le reali necessità e aspettative del paziente. È lui che ci guida, ci dice cosa prova: “non mastico bene, non mi piace la mia bocca, sento dolore, mi manca un dente e mi crea disagio”. In base alle sue specifiche esigenze, si decide insieme qual è la riabilitazione protesica più adeguata al singolo specifico caso. Quello che si ottiene è sempre un risultato che deriva dal sapersi “allineare” a ciò che si aspetta, a ciò che desidera il paziente.

Materiali e tecnologie. 

L’evoluzione in questo settore odontoiatrico è fortemente condizionata dai materiali e dalle tecnologie. Nuovi materiali ceramici da scegliere in base al lavoro che si andrà a fare (più o meno estetico, più o meno resistente, più o meno legato ai denti naturali o agli impianti). 

Le scelte dei materiali sono dettate quindi dalle esigenze estetiche, di durata, piuttosto che dal tipo di lavoro che si deve fare. In più, un passo importante oggi è stato fatto con le cosiddette tecnologie CAD-CAM, telecamere intraorali per prendere l’impronta dentale. Grazie a questa immagine computerizzata si riesce a ricostruire la protesi con fresatori dedicati. 

Quindi oggi c’è davvero la possibilità di passare dall’esame con la TAC (radiografia tridimensionale della bocca) all’impronta ottica, fino alla progettazione a computer e alla realizzazione del manufatto protesico finito, seguendo queste nuove tecniche e tecnologie. Procedure decisamente innovative e migliorative anche dei risultati e della qualità. 

Bassa invasività, grande precisione e massimo comfort.

L’evoluzione ha portato alla realizzazione di protesi di qualità sempre maggiore, mantenendo inalterata la precisione e aumentando il livello di comfort per il paziente (riduzione delle ore di sedute, meno fastidio per materiali poco graditi come quelli della “vecchia impronta”, maggior efficacia nella fase conservativa della preparazione dentale). Insomma la tecnica ha portato a un netto miglioramento dal punto di vista estetico e del comfort del paziente, sia in fase di progettazione, sia in fase di terapia che di manutenzione e controllo.

Consigli post-intervento.

Come sempre, nella delicata fase post-intervento, per avere buoni risultati a distanza è fondamentale il mantenimento: quindi l’igiene domiciliare, secondo le indicazioni dello specialista e regolari controlli professionali per capire se l’igiene viene fatta correttamente o se bisogna apportare delle modifiche. Questo per riuscire a mantenere in buono stato il lavoro protesico il più a lungo possibile e per far in modo che non ci siano carie secondarie o situazioni di sovraccarico occlusale. Quindi controlli sia per la prevenzione di placca e tartaro, ma anche a livello occlusale per proteggere il lavoro nel tempo. Risulta fondamentale quindi, ancora una volta, l’attenzione quotidiana del paziente e quella professionale da parte nostra.  

 

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