Laura, 38 anni. Dal primo approccio colgo un velo di insicurezza, celata dietro l’aspetto piacevole, curato, l’apparenza ingannevole rispetto all’età anagrafica. Occhi grandi, verde mare, un po’ segnati da un filo di stanchezza. Sorriso luminoso, non trascurato, forse non perfetto mi pare di intuire dal poco che lei lascia trasparire. Sembra “trattenuta”, un po’ tesa, anche quando le strappo l’accenno di una risata.
“No, nessun problema serio, nessuna urgenza, dottore“. Quasi sembra scusarsi per aver fissato questo primo incontro con noi. “Un controllo odontoiatrico perché da anni non ne faccio…” ammette quasi arrossendo… “sa, il lavoro full time, due bambine… non ho mai tempo!”. Una pausa imbarazzata poi continua, più decisa: “Ho letto che dal dentista si possono intercettare eventuali problemi del sonno… mi sembra di riposare male, da un po’ di mesi a questa parte. Mi sveglio sempre stanca, fatico ad ingranare, e poi ho spesso un lieve mal di testa che mi rende nervosa…”.

-Com’è la sua giornata Laura? Riesce ad avere un po’ di tempo per sé, a rilassarsi? Fa un po’ di attività fisica quotidiana? Come si alimenta? Sa che la qualità del cibo, oltre la quantità, sono importanti per un corretto equilibrio psicofisico?-

…piacersi non è un capriccio, desiderarlo non dev’essere un segreto, apprezzarsi è volersi bene e voler star bene

Le incertezze di Laura sembrano sciogliersi. Rispondendo inizia con me un confronto aperto, cordiale. Pensa, talvolta sgrana gli occhi, sorride. Ora siamo più vicini. Accetta convinta di fissare un test per la qualità del sonno, dopo il necessario check-up del sorriso che invece pare metterle un filo di ansia. Denti quasi perfetti, che confermano una cura quotidiana assidua e meticolosa. Peccato per la malocclusione, evidentemente non trattata in età evolutiva: percepisco sia questo il motivo del lieve imbarazzo di Laura. Che infatti, a fine visita, svela: “Vorrei riallineare i denti, il mio sorriso non mi piace… ma temo di essere fuori tempo massimo!” commenta con una risatina tra il nervoso e l’ironico.

Colgo però un dettaglio fondamentale, la voglia di piacersi, di star bene, di stare meglio con se stessa e con gli altri. Di (ri)mettere al centro se stessa, in un sano impeto di benefico “egocentrismo”. Mi fa un immenso piacere, quando intravedo questi segnali: non me li lascio  certo sfuggire. E rassicuro subito la mia paziente: “Non è mai troppo tardi, per migliorare il proprio sorriso”. Incuriosita, lei mi ascolta seria quando le propongo una visita con l’ortodontista e ancor di più quando ipotizzo un potenziale collegamento con i suoi problemi del sonno. E sì, finalmente Laura si rasserena. Pur non avendo ancora in mano nessuna diagnosi, nessun programma di trattamento, appare decisamente più rilassata. Lo sguardo pare già più acceso, in linea con quel sorriso magari non perfetto ma speciale perché unico e “suo”. Non credo di sbagliarmi, percepisco davvero una risata più aperta, distesa, quando mi saluta: “Arrivederci allora dottore! E grazie”. Brava, Laura. Che hai capito il senso: piacersi non è un capriccio, desiderarlo non dev’essere un segreto, apprezzarsi è volersi bene e voler star bene.
Grazie a te Laura, che oggi l’hai ricordato anche a me.

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