LIVE di Mercoledì 29 Aprile 2020

Conosciamo oggi Sara Ugolini, bravissima Nutrizionista molto apprezzata dai nostri pazienti, dall’estate 2018 in forza al team.

 Qual è stato il tuo percorso fino a qui?

Fin da piccola sono affascinata dal mondo misterioso e nascosto delle cellule, la passione è cresciuta con gli anni e quindi all’Università ho scelto Biotecnologie, facoltà bellissima per approfondire queste conoscenze… e qui ho scoperto che mi sarebbe piaciuto applicare questi studi alla salute umana.

Dopo la laurea ho avuto l’opportunità di continuare a studiare all’Ospedale di Borgo Roma, concentrandomi su alcune patologie specifiche: è stato un periodo di formazione molto ricco. Dopo il dottorato ho seguito un Master in Scienze della Nutrizione, con specializzazione appunto sull’alimentazione in relazione ad alcune patologie.

Si torna sempre al famoso detto ippocratico, del cibo come medicina…

Esatto. Si sta sempre più confermando che uno strumento così semplice e quotidiano come il cibo può rivelarsi un mezzo fondamentale per stare in salute: un approccio che aiuta chi ha determinate malattie a star meglio, che in certi casi può arrivare addirittura a sostituire i farmaci.

Quello che dà soddisfazione nella mia specializzazione è proprio riuscire a far stare bene le persone, che è un diritto di tutti, a partire da gesti quotidiani come appunto nutrirsi.

Quindi alimentazione come fattore chiave nella prevenzione primaria…

Sì perché la patologia è uno stato di disequilibrio che si cronicizza nel tempo, molto meglio quindi prevenire che affrontare un percorso più lungo e impegnativo come la cura.

È un po’ il concetto della “medicina del segnale” di Speciani…

Certo: il nostro corpo ha una quantità immensa di mediatori, segnali in grado di dirci se stiamo bene o no. Piccoli grandi problemi come asma, dermatiti, sonnolenza, sovrappeso, sono potenziali segni che nell’organismo qualcosa non va. Basta ascoltarli.

In particolare ci sono dei “marcatori dell’infiammazione” che si possono dosare nel sangue con test specifico che in Clinica facciamo, valutando per esempio le immunoglobuline di classe G che mediano il rapporto di tolleranza con il cibo: ecco, riscontrare dei valori anomali può aiutarci a indirizzare il nostro regime alimentare. Ci rendiamo conto di aver perso tolleranza per qualche sostanza, magari perché abbiamo ecceduto sovraccaricando il corpo. A volte basta semplicemente ridurne l‘assunzione per risolvere il problema.

Si consiglia in questi casi una “dieta di rotazione”, confermi?

 Sì, personalmente non credo nella dieta di esclusione (a parte naturalmente casi particolari come celiachia o altre allergie), credo invece della dieta di rotazione perché mi piace pensare che un’intolleranza non sia per sempre. Del resto molti studi recenti lo dimostrano. Adottando determinati accorgimenti e seguendo linee guida di “buona educazione”, è possibile risolvere gradualmente l’intolleranza.

Spesso non è facile seguire con rigore uno stile nutrizionale sano… hai dei “trucchi” da consigliare?

In genere personalizzo molto perché ogni paziente ha i suoi personali ritmi e abitudini, cerco quindi di tirare fuori il meglio da ciascuno… comunque la cosa più importante perché un regime sia seguito bene, è che non deve far sentire fame e prevedere sempre degli “sgarri” (ovviamente più concessi a chi ha uno stile di vita più attivo!).

Concordi con le teorie che prevedono di concentrare l’alimentazione quotidiana in circa 10 ore?

Credo che concentrare il cibo in una determinata finestra temporale possa essere utile a limitare un po’ il quantitativo calorico della giornata, tenendo conto che continui spuntini non fanno certo bene. L’aspetto che approvo di più di queste indicazioni è quello della cena leggerissima, ottimo consiglio per dormire bene. Di notte il corpo deve riposare e non sprecare energia per la digestione.

Questo che attraversiamo può essere un periodo stressante anche a livello di alimentazione…

Non è detto. Anzi, questo rallentamento imposto ha dato modo a molte persone di dedicare più tempo per prepararsi i pasti in modo sano, con più verdure, sperimentando cotture diverse e anche qualche dolce leggero. Ricette che nella vita di tutti i giorni non si ha tempo di provare.

In ogni caso sono convinta che se ci si vuole bene si ha il dovere di “pensare” a cosa si sta mangiando, la salute non può fare a meno di questo passo di consapevolezza, perché ogni cosa che arriva nel nostro corpo viene trasformata e dà segnali importanti. Il primo passo è proprio questa consapevolezza.  

Raccontaci ora di Sara al di là dell’aspetto professionale…

Parto dal mio ruolo di mamma, di Alice 6 anni e Filippo di 8. In queste settimane sono impegnatissima a seguirli nella scuola a distanza… Oltre a lezioni e compiti, con loro mi diletto in qualche ricetta sana, anche per dare il buon esempio!

Cerco di mantenermi attiva, grazie anche a mio marito (molto sportivo come me), che mi sveglia tutti i giorni alle 6 per fare esercizi insieme. Ci siamo ritagliati questo momento quotidiano di tranquillità per dedicarci a noi stessi, finché i bimbi dormono.

Altra passione è la danza, ho fatto per anni classica e musical, mi sono fermata dopo l’arrivo dei bambini. Alice sta seguendo le mie orme, vedremo…

 Nei ritagli di tempo leggo molto, i manuali di alimentazione sono i preferiti ma a volte mi concedo qualche romanzo e ultimamente ho scoperto Paolo Borzacchiello scrittore esperto in linguaggio e comunicazione. Mi ha affascinato “La parola magica”, che ci ricorda come con la scelta delle parole si comunichi non solo con gli altri ma anche con noi stessi. Una grande verità. Un libro utile per chi come noi medici è a contatto quotidiano con le persone, perché credo che saper comunicare efficacemente sia importante esattamente come la preparazione professionale.

Ma è fondamentale anche mantenere un buon dialogo con se stessi, un ottimo modo per assumere atteggiamenti più positivi verso gli altri e la vita!

A presto,  #staystrong!

Dott. Ezio Costa

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